area museale Monteneve-Passiria

L'area museale comprende tutta la zona di coltivazione sul lato della Passiria, il vero e proprio Monteneve con la miniera con più di 150 km di gallerie e con il villaggio storico dei minatori, amministrativamente appartenente al comune di Moso in Passiria, frazione di Corvara (Rabenstein).

Mentre nella Val Ridanna l'attività mineraria è trapassata quasi senza soluzione di continuità in attività museale, a Monteneve, nell'ultima fase di coltivazione, dal 1967, quando il villaggio minerario di S. Martino venne abbandonato, e il minerale veniva trasportato attraverso la nuova galleria Poschhaus, molte cose furono distrutte o furono abbandonate alle ingiurie della natura in montagna. Il villaggio dei minatori disabitato a 2.354 m divenne ben presto un arrugginito paese di spettri, nel quale tutti gli edifici, prevalentemente attraverso i tetti e le finestre lesionati, subirono gravi danni. E così fu anche per il sistema delle gallerie abbandonate. Imbocchi e tratti di gallerie con armature di legno crollarono. A causa di infiltrazion di acqua e di terriccio grandi tratti del vecchio labirinto vennero sbarrati e resi impraticabili. La montagna voleva chiudere le sue ferite.

Solo nel 1985, quando nel contesto di un'iniziativa non chiarita, a Monteneve - per la sicurezza degli impianti? – scorrazzavano due escavatori, si levò un grido improvviso d'allarme tra la popolazione della Passiria. Lo sdegno generale condusse alla fondazione del Comitato di Monteneve della Passiria e accelerò la progettazione di un museo nell'ambito del Museo delle Miniere Alto Adige, al quale si lavorava già dal 1981 su iniziativa dell'assessore provinciale Karl Oberhauser.

Il 13 luglio 1996 ebbero termine con un festeggiamento i lavori temporanei di risanamento a cui si era dato mano. Nel centro dell'area museale, il villaggio minerario di S. Martino, il presidente della Giunta Provinciale, dott. Luis Durnwalder, consegnò alla loro nuova destinazione gli edifici rinnovati: la "casa degli impiegati" e l'albergo con funzione di rifugio e la vecchia fucina come sala di esposizione. Inoltre nel gruppo di case sul fiume venne riutilizzata la stalla dei cavalli come malga funzionale e il dormitorio inferiore fu reso sicuro. A Seemoos l'edificio del frantoio e della turbina fu provvisto di un nuovo tetto di scandole, le fondamenta dei frantoi e delle laverie più antiche furono messe in luce e assicurate.

Come alternativa più breve alle visite guidate di una giornata attraverso le gallerie Karl e Poschhaus venne aperta per circa 150 m e assicurata per le visite guidate la galleria Lorenzi nel "Paradiso". I gestori del rifugio provvedono anche alla conduzione del settore museale.

La sala di esposizione è aperta tutti i giorni; vengono inoltre proposte, partendo dalla sala di esposizione, escursioni guidate di due ore (villaggio dei minatori, zona mineraria, galleria Lorenzi, ricerca del minerale), escursioni di una giornata intera attraverso le gallerie Karl e Poschhaus, con inizio dalla strada del Passo del Rombo.

Per i prossimi anni è in progetto un importante ampliamento degli impianti museali:

Il rifacimento della tettoia davanti alla galleria Lorenzi nel Paradiso

Il risanamento della vecchia fucina azionata idraulicamente nell'agglomerato sul fiume e il suo allestimento con arnesi da

fabbro

L'assicurazione dell'ospedale nell'agglomerato sul fiume

Il rinnovo dell'elevatore a secchi d'acqua da Seemoos a S. Martino

Lavori di sondaggio ed eventuale apertura della galleria maestra St. Martin, partendo direttamente da S. Martino

Lavori di sondaggio nella galleria Kaindl, la quale, dopo la sperata riapertura, potrebbe avvicinare maggiormente le due

aree museali.

Concludendo, bisogna pensare che a Monteneve non si addice il concetto tradizionale del museo. L'impianto supera, con le sue dimensioni, ogni museo "normale", per quanto grande esso possa essere. Già i vari itinerari di salita (che a fatica si è potuto tenere liberi dalle macchine) sono essi stessi parti integranti del museo di Monteneve e preparano adeguatamente l'escursionista a questa visita. Tutta la montagna, dai parcheggi sulla strada del Passo del Rombo (1.700 m) fino alla Forcella di Monteneve (2.700 m), è marcata dalle tracce secolari dell'attività mineraria.

Dell'intero impianto della miniera, anche con i più grandi finanziamenti, sarà possibile in futuro aprire solo una piccola parte ai visitatori.

La sala di esposizione

Su circa 150 m2; vengono fornite nella fucina ristrutturata di S. Martino informazioni fondamentali sull'attività mineraria a Monteneve:

Una raccolta di minerali di Monteneve

Arnesi e attrezzi storici

Una documentazione fotografica del villaggio e della vita in alta montagna

Plastico di Monteneve

Il costume storico dei minatori

Lo sviluppo dei sistemi di illuminazione dei minatori

Diversi lavori manuali eseguiti della maestranza di Monteneve

Pezzi provenienti da vari ambienti di vita

Cartina delle gallerie

Conio di una "moneta d'argento di Monteneve" ogni anno diverso e un assortimento di monete d'argento storiche del Tirolo dal 1270 al 1809