incendio a San Martino 1736
A questo punto merita davvero di essere riportato quell'aiuto evidente che la lodevole comunità mineraria di Monteneve ha conosciuto, dopo che ogni umano tentativo di salvataggio era risultato vano. Il seguente inno, composto in onore della Madre di Dio piena di grazia di Trens, vuole cantare in rima questo aiuto della Madonna tra gli altri miracoli:
6. Adesso anch'io non posso tacere
Quel che MARIA di Trens riesce a fare,
Monteneve deve testimoniare
Ciò che canto e ciò che dico:
Si sprigionò un incendio
Il silo del carbone bruciò veramente,
Nessuno c'era che potesse spegnerlo,
Perchè il vento lo ravvivava assai.
7. Quando i minatori lo seppero,
Corsero in tutta fretta,
Trecentocinquanta uomini tutti insieme,
A spegnere l'incendio senza perder tempo
Tutto era pieno di angoscia e di spavento,
Corsero in tutta fretta,
L'acqua gelata
Del Lago Nero che si attingeva con molto impegno
Non bastava per nulla
8. Tutto era in pericolo
di venir ridotto in cenere:
La polveriera lì a portata di mano
Si aveva paura che esplodesse.
Perfino la bella chiesa e gli alloggi
Erano ormai minacciati dal fuoco,
I minatori già impietrivano,
temendo che tutto fosse finito.
9. Tutti i presenti
Caddero in ginocchio
E levarono le mani al cielo,
Vedendo inutile tutta la loro fatica;
Si rivolsero a MARIA Trens,
Invocarono il suo bambino divino,
MARIA inviò subito il suo aiuto,
Spense il fuoco e placò il vento."
L’autore di questo inno, non proprio poeticamente pregevole, è con grande probabilità il noto parroco di Moso Michael Winnepacher (1655-1742). La parte della poesia pubblicata nel 1759, probabilmente in origine più lunga, presenta i caratteri della sua calligrafia, inoltre il testo rivela una grande conoscenza locale di Monteneve, quale appunto Winnepacher poteva avere.