fine del villaggio minerario

Nelle prime ore del mattino di venerdì 16 giugno 1967 andò in fiamme l’alloggio superiore dei minatori aS. Martino di Monteneve. I circa 80 minatori ivi ospitati, accortisi in tempo dell’incendio, poterono salvare i loro averi, tuttavia l’edificio con la cucina principale, la sala da pranzo, i bagni, il "dopolavoro" , lo "spaccio" e la stanza dei compressori furono preda delle fiamme. I pompieri arrivati uno dopo l’altro da Moso in Passiria e da Mareta poterono solamente impedire il propagarsi delle fiamme agli edifici vicini.

Le circostanze dell’incendio non vennero mai del tutto chiarite. Ufficialmente si parlò di un corto circuito nell’annessa stalla per i muli, l’ipotesi , piuttosto concreta, di un incendio doloso da parte di un gruppo di lavoratori, che non volevano più restare a lungo a Monteneve, non poté mai venire suffragata.

In ogni caso l’incendio accorciò solo in modo irrilevante il periodo di vita che la direzione aziendale aveva concesso al villaggio minerario.

Lo stesso giorno la maggior parte dei lavoratori lasciarono la miniera e si trasferirono nei nuovi alloggi a Masseria.

Restarono così abbandonati quelli che erano stati per secoli la miniera ed il villaggio minerario più elevati in quota dell’intero continente.

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